Le
ciotole di Lilith come retaggio magico nel Mediterraneo e Medio
oriente terdo-romano e medioveale.
a cura di Manuel Castilla
trad.Sara Ballini
La
figura di Lilith arriva dalla Mesopotamia al Mediterraneo grazie ai
commercianti e possibilmente la comunità giudaica la accettò
durante la cattività babilonese (587-537 a.C).
Lilith, come
rappresentazione del potere femminile, ebbe una grande ripercussione
e un un gran protagonismo nella magia tardo-antica, essendo il nemico
da combattere che dominava la maggior parte dei terrori e degli
incubi legati alla superstizione e alla fenomenologia daimoniaca
delle famiglie mazdee, giudaice, cristiane e musulmane, che
accudivano ai propri maghi, rabbini e sacerdoti per chiedere il loro
servizio come esperti nel lottare contro a questo demone.
Nella
cultura giudaica, Lilith era molto temuta nel momento del parto e le
levatrici facevano scrivere (de ancora oggi lo fanno) sulle pareti
della stanza dove si svolgeva il parto una formula magica per
fermarla e allontanarla: שלילית
תתרחק מכאן (que
Lilith si allontani di qui).
Lilith appare all'origine della
civilizzazione come uno spirito o un demone della notte, inizialmente
di genere ambiguo perché appare algli albori della letteratura
sumera come un essere sia maschile che femminile, nell'epopea di
Gilgamesh infatti possiamo trovare sia “lilu” (maschili) che
lilitu (femminili).
L'unica menzione a Lilith nella Bibbia
appare in Isaia 34:14, ma le traduzioni cristiane traducono la
parolaלילית
(Lilith), in
molti modi diversi dalla Vulgata alle versioni protestanti moderne.
Eppure, la traduzione Pesthitta (Bibbia in aramaico) traduce il
passaggio come: “lì riposerà lo spirito maligno con forma e lo
spirito della donna e troverà riposo. Le Sacre scritture della
Società di Pubblicazione Ebraica del 1917 la traducono come “il
mostro della notte”:
La figura di Lilith appare nuovamente in un inno possibilmente utilizzato negli esorcismo dei Rotoli del Mar Morto scoperti nelle caverne di Qumràn. “E io, il Saggio, faccio suonare la maest della Sua bellezza per terrorizzare e confondere tutti gli spiriti degli angeli distruttori e gli spiriti bastardi, i demoni, Lilith (…) e coloro che improvvisamente colpiscono, per svilire lo spirito della comprensione e per portare la desolazione nel cuore”.
Lo
Zohar è il titolo ebraico di un'opera cabalistica fondamentale nel
misticismo esoterico giudaico, compilato per la prima volta in Spagna
da Moisés de León (1250-1305) che utilizzà fonti precedenti. Lo
Zohar offre un rilettura del passaggio pre-adamico della Genesi 1:27:
“E creò Dio l'uomo a sua immagine, a sua immagine lo creò;
l'uommo e la donna, così furono creati”.
Nel Talmud si
traducono in modo diverso i pronomi “Lo creò” al plurale “Furono
creati”, e questo suggerisce che il primo essere umano fu un'unica
creatura androgina, con due metà diverse, nello Zohar si spiega che
la parte maschile e femminile si separarono presto in due esseri
diversi e la parte femminile era la Lilith originale.
Nel racconto dello Zohar, dopo l'apparizione di Eva, Lilith si trasforma in un essere demoniaco, descritto come una tentatrice, madre degli spiriti maligni e portatice di malattie: “Lei cammina la notte, molestando i figli degli uomini e provocando la loro contaminazione.” Il passaggio continua dicendo che lei attacca le proprie vittime sporvvedute, inspirando lussuria, concependo i loro figlie per poi contagiarli con la malattia. Adamo è una delle sue vittime, perché genera “molti spiriti e demoni, grazie alla forza dell'impurezza che aveva assorbito.” Lilith, come una ribelle, viene accusata di distruggere davanti agli uomini il Tetragramaton, in nome sacro del dio giudaico.
Nello
Zohar, si descrive l'unione di Lilith con Asmodeo considerato il re
dei demoni nelle tradizioni popolari giudaiche e cristiane:
quest'ultima lo associa alla figura di Satana.
Nello Zohar si
spiega come di fronte alla grande quantità di demoni generati da
Lilith, il dio ebraico
ordinò di castrare Asmodeo. Per questa ragione Lilith cercò il
piacere con gli uomini mortali, provocando eiaculazioni notturne che
utilizzava per rimanere incinta di esseri demoniaci.
Nonostante, in vari passaggi dello Zohar, possiamo osservare una rottura con la personalità divina tradizionale che viene sempre presentata come esclusivamente maschile e si analizza il lato femminile del dio giudaico, conosciuto come Shekhiná. (la Shekhiná, generalmente, si traduce come “Presenza Divina”). Nello Zohar, si mostrano varie battaglie spirituali tra Lilith e la Shekhiná, in alcuni passaggi queste è inviata in esilio.
In conclusione, lo Zohar, descrive come sarà la fine di Lilith che coinciderò con l'avvento del Messia di Israele. “Quando il Santo, Benedetto sia, tporti la distruzione della malvagia Roma, e la converta in una rovina per tutta l'eternità. Lui invierà a Lilith, e la lascierà abitare in queste rovine, perchè lei è la rovina del mondo. E a questo si riferisce il versetto (Isaia 34:14): e lì si fermerò Lilith, trovando il suo luogo di riposo.”
Secondo
il Yalqut Reubeni, una raccolta di commenti rabbinici del secolo XVII
ad opera del rabbino Rubén Hoschke Kohen: Yahveh creò Lilith nello
stesso modo con cui aveva creato Adamo.
Quel che è certo è
che il mito di Lilith è relazionato con il sesso e la libertà.
Lilith appare come la prima femmina, se non donna.
Nell'Alfabeto
di Den Sira (scritto nel sec. VIII e nel XI), si narra di come Lilith
non volle giacere sotto Adamo: “Perché debbo sdraiarmi sotto di
lui? Anche io sono stata fatta con la polvere, e quindi sono uguale a
lui. Scappo quindi da Adamo e, essendo dotata di ali si diresse al
Mar Rosso dove si unì ad Asmodeo, un essere più simile a lei, per
sua natura.
I lilims furono il frutto delle loro relazioni
Ana
María Vázquez Hoys nella sua opera “Arcana Magica. Diccionario de
símbolos y términos mágicos (2003)” espone che sia nel Talmud
che in altri scritti rabbinici, Lilith appare non solo come madre di
demoni, ma anche dei giganti dell'antichità.
Nell'opera
“Luciferian Witchcraft”e “Set-Tifon” di Michael W.Ford si
relata: “La
Stregoneria Luciferiana riconosce la Bellezza della Dea Demoniaca
come la fonte del potere e dell'auto-divinizzazione. Grazie a Babalon
beviamo il sangue dei santi e rinasciamo coe dei. Lilith è la Regina
Succube del Sabbat, che è l'autentica madre di tutti noi. Tutto,
oltre il velo delle tenebre, viene da lei: fornichiamo con lei
continuamente nella fruttifera immaginazione delal creazione. (…).
L'essenza della Stregoneria, nella sua corretta prospettiva della Via
Sinistra, è illuminazione e comprensione del Femminile
Demoniaco.”
Manuel
Antonio Marcos Casquero nella sua opera “Lilith.
Evolución histórica de un arquetipo femenino” sostiene che Lilith
ha dei tratti simili alle dee mesopotamiche e cananee come Ishtar,
Lamashtu, Inanna, Astratè, Asera, o Astaroth, e divinità
mediterranee come Ecate o Afrodite sono sue eredi ma con una nuova
essenza che mantine comunque le stesse caratteristiche arcane.
Yuval Harari nella sua opera “Magia judía antes del ascenso de la Cabalá (2017)” spiega come il rabbino Rabbí Joshua bar Peraḥia a cui viene attribuito il modello del divorzio giudaico, così come gli esorcismi per espellere i demoni dalle case e dalle persone, sia stato anche il primo nel lanciare maledizioni contro Lilith.
Nella demonologia giudaico-cristiana Lilith si convertì in un demone succube che seduceva gli uomini mentre dormivano, succhiava il loro sangue, oltre a generare semi-demoni a partire dal seme versato dagli uomini. Noah Kramer nella sua opera “El Matrimonio Sagrado en la Antigua Súmer (1999)” difende la possibilità dell'unione intima defiende que la posibilidad de la unione íntima (amorosa e sessuale) tra un umano e un demone sembra essere un ricordo remoto della ierogami dell'antica tradizione mesopotamica, fenomeno mistico-rituale nel quale un mortale poteva unirsi ad un essere divino in un'unione trascendente e inmanente, allo stesso tempo spirituale che fisica.
Per
conoscere la figura di Lilith dal punto di vista del potere
femminile, raccomando la lettura di due lavori di María Burguillos
Capel: Alas Y Garras: “El Mito de Lilith en la Literatura y el Cine
(2015)” e “Non Serviam: La Insubordinación Femenina en el Mito
de Lilith”, presentato nel XII Congresso Internazionale del Gruppo
di Investigazione Scrittori e Scrittrici, Siviglia.(2015).
Il
termine magia deriva dal persiano antico “maguš” (mágush), che
possibilmente proviene da una radice proto-indoeuropea “magh”,
traducibile come “essere capace”. Dal persiano sarebbe passato al
greco “magiké” e finalmente deriverebbe nel latino “magīa”.
Il
concetto di magia è definito dal “Diccionario de la lengua
española de la Real Academia como: Arte o ciencia oculta” come la
produzione, tramite determinati atti o parole, o con l'intervento di
esseri immaginabili, risultati contrari alle leggi della natura. La
magia sarebbe una manifestazione estrema della funzione simbolica in
cui i segni non solo significano ma producono anche avvenimenti.
“Il
Diccionario Infernal de Collin de Plancy (1842)” definisce la magia
come “l'arte di produrre nella natura cose che non sono nel potere
degli uomini, con l'aiuto dei demoni, impiegando a questo scopo
determinate cerimonie”.
Per l'antropologo scozzese James
George Frazer, la magia consiste in un insieme di pratiche e credenze
a cui gli individui di una società ricorrono per creare un beneficio
o raggiungere uno scopo, relazionandola a sua volta con un certo
ordine della natura, sia come gruppo, quando un limite naturale
danneggia severamente l'organizzazione sociale (per esempio un
periodo di siccità o di carestia) (stregoneria) o a livello
individuale quando si richiede, per esempio, disfarsi di un nemico
che minaccia la vita (tabù).
Dalle
definizioni anteriori si deduce che le principali caratteristiche
della magia sono:
a) il suo potere di produrre eventi e
trasformare il mondo, che abbiamo denominato come “efficacia
simbolica”
b) la sua natura simbolico-rituale
c) la sua
funzione strumentale
d) il suo carattere privato e occulto nella
maggior parte della popolazione
La magia tardo-antica, è
quella che si sviluppa nel Vicino Oriente e nel Mediterraneo tra il I
e l'VIII secolo d.C.
E' un periodo di grandi cambiamenti
socio-politici, la diaspora giudaica per il mondo romano, nasce il
cristianesimo, il “paganesimo” e i culti misterici cominciano ad
essere messi da parte, cae l'impero romano d'Occidente, appaiono
nuovi stati e sorge l'Islam.
Nei limiti delle religioni
officiali, cominciano a pullulare nuovi e vecchi culti, la cui
caratteristica comune è la ritualità, l'uso della magia non solo
come mezzo di trasformazione ma anche come mezzo di salvezza, così
come il riconoscimento di potenze a priori, rifiutate dai monoteismi,
molte di esse antiche divinitò greco-romane e orientali, di cui le
religioni monoteiste riconoscevano l'esistenza, ma non la loro natura
divina degradandole alla condizione di demoni.
Anche
se si registrano casi di ambivalenza, dove la natura demoniaca
maschile passa dall'essere riconosciuta per la tradizione
giudaico-cristiana ad essere angelica, come è il caso di Asmodeo,
tradizionalmente in coppia con Lilith e padre dei suoi vassalli, che
secondo “Rosemary Ellen Guiley” nella sua “Enciclopedia de
demonios y demonología (2009)”,fu trasformato in Samael, uno degli
esecutori delle azioni della divinità giudaico-cristiana.
Per
essere un utile veicolo di trasformazione della realtà, la magia
doveva utilizzare incantesimi, sortilegi,
preghiere che potessero esprimere i desideri degli iniziati, perché
è tramite la parola che si formalizza la volontà. Per poter
perdurare de essere effettiva, la magia deve essere accompagnata dai
riti, intesi come un insieme in un ambito spazio-temporale, capace di
manipolare le energie della natura per un determinato fine. Ogni
elemento del rituale ha un significato simbolico.
Un
rituale magico è un insieme di comportamente che integrano multiple
modalità espressive de è dotato di efficacia simbolica. I rituali
si caratterizzano per essere scanditi da paute e strereotipati, non
ostante, possiamo rintracciare anche “aree aperte” (libere
all'interpretazione del praticante). Esigono l'osservazione di una
serie di passi e condizioni d'esecuzione, che includono il momento,
il luogo in cui si realizzerà, gli strumenti e gli agenti che en
faranno aprte.
Tra gli attim agici si includono espressioni
linguistiche, manipolazioni di strumenti, comportamenti non verbali.
Oltre all'utilizzazione di strumenti magici, oggetti che gli agenti
magici manipolano durante i riti per realizzare i propri scopi.
Un rituale magico è un insieme di comportamenti che integrano modalità multiple espressive ed è dotato dell'efficacia simbolica. I rituali son caratterizzati da paute e stereotiotipi, nonostante, esistono "zone aperte" alla libera interpretazione del praticante. Esigono l'sservazione di una serie di passi e condizioni per la loro esecuzione, che includono il momento, il luogo in cui si porterà a termine, gli strumenti e gli agenti che vi partecipano. Tra questi atti di magia si includono espressioni linguistiche, manipolazioni di strumenti, comportamenti non verbali. Inoltre l'utilizzo di strumenti magici oggetti che gli agenti magici manipolano durante i riti per portare a termine i propri fini.
Con lo scopo di tramandare certi riti era necessario un supporto dove i
sortilegi si perpetuassero tramite la scrittura, che non è altro che
uno dei metodi per renderli eterni. Per questo motivo si creavano
amuleti dallo scopo apotropaico, guaritore, protettore, esorcistico o
legato ai sortilegi: questi amuleti potevano essere portati con se o
nascosti in luoghi consacrati o semi-nascosti nelle case per la
protezione propria dei familiari e di chi vi abitava.
Per
Julio Caro Baroja: dal cogiuro con cui si espressa la volontà e il
desiderio si è arrivati alla preghiera, che implica un attaccamento
o vassallaggio.
Con l'arrivo delle religioni monoteiste, l'attuazione religiosa passa nelle mani degli uomini: sia esso un sacerdote, un rabbino o un ulema e la magia e la magia rimane in mano delle donne, qualsiasi rito che fosse realizzato da una donna diviene “stregoneria”: si apre, in questo modo, la porta alla caccia alle streghe.
Il giudaismo ha un'attitudine molto negativa nei conforonti della stregoneria realizzata per opera delle donne: “Non lascierai viva una strega” (Esodo 22:17).
Nel caso del cristianismo il Concilio di Elvira nel 306, dichiara che uccidere tramite un congiuro è un peccato de è opera del demonio Il Concilio di Laodice sollecita, in 360, la scomunica di chiunque pratichi la stregoneria, la divinazione, l'astrologia e la magia. Nel 429 il Codice Teodosiano promulga, per la prima volta, una legge contro l'esercizioe della magia. Nel 534, il secondo Codice di Giustiniano propibisce consultare gli astrologi, maghi e veggenti considerando la magia una professione depravata.
Nonostante Raphael Patai nella sua opera “Lilith” (1964), nessun demonio femminile ha raggiunto un carriera fantastica come quella di Lilith. Nel Talmud si cono pochi dati antropometrici riguardo a Lilith, e le vengono attribuite tre caratteristiche principali: ali, capelli lunghi e ribelli e, infine, la sua propria nudità. Allo stesso modo è relazionata con i rettili.
L'immagine alata aumenta la proiezione minacciosa di Lilith per la casta sacerdotale, a causa della mancanza di una netta separazione tra spazi divini e demoniaci.
Il suo secondo attributo, i capelli lunghi ribelli, la vincolano direttamente con la seduzione, infatti, d'accordo con la legge giudaic un uomo avrebbe potuto ripudiare la propria sposa semplicemente perché era uscita di casa senza coprirsi i capelli. Nel Talmud di Babilonia vediamo che i capelli lunghi vengono rappresentati come un attributo demoniaco e le donne vengono accusate di non coprire i loro capelli: “Lei ha i capelli lunghi come Lilith ,si siede e orina, come un animale, e il marito le serve come un cuscino”.
Per quanto riguarda il terzo attributo, ovvero la nudità, si aggiunge ai primi e la paura si trasforma in vero e proprio orrore per la casta sacerdotale. I capelli disordinati e la nudità sono vincolati al rito della Sotah, di cui troviamo traccia nei Numeri 5:12-13 in cui si descrive come il tribunale giudaico deve trattare la donna adultera. In questo rituale includeva tagliare i capelli alla donna e strapparle le vesti. Aggiungendo un elemento di peccato religioso all'accusa ufficiale di adulterio.
Con la sua nudità e con i suoi capelli lunghi e ribelli, Lilith rappresentava una minaccia per la casta sacerdotale patriarcale, presentando una sessualità sfrenate e pericolosa, seduttrice e contaminante. Lilith come divinità fornicatrice tende ad espandere le sue mani seduttrici nella direzione non solo di tutti gli uomini della famiglia ma anche delle donne. Liltih rappresenta l'antitesi del modello della donna “kosher”, sottomessa al padre, ai fratelli, al suo sposo, al sacerdote e a Dio.
Nella società giudaica i rabbini si sforzavano per eserecitare un ferreo controllo sulla sessualità femminile, ancor di più in seguito in base al principio alaico che nel giudaismo si trasmette per linea materna, convertendo le vagine in un recinto sacro. Lo rafforza la relazione simbiotica tra
Gedeón
Bohak, nella sua opera “Ancient Jewish Magic: A History (2008),
ricalca che nella Bibbia, gli intermediari di Dio sono sempre uomini,
nessuna donna biblica è ritratta resuscitando i morti, curando i
malati, o realizzando qualsiasi altra impresa realizzata dagli
“uomini di Dio”. Ma la consolidazione della figura di Lilith e in
parallelo della donna-strega, come nel caso della strega di Endor
raccolta nel Primo Libro di Samael, provocava panico tra i rabbini
che vedevano spodestata la loro autorità come esperti in “magia
ufficiale”.
Meir Bar-Ilan, nella sua opera “Algunas
mujeres judías en la antigüedad (1998)”, afferma che i rabbini si
sentirono intimoriti dalle streghe e dai loro sortilegi.
La casta sacerdotale “non ha paura dei guerrieri forti de esperti ma di una donna , una strega che brandisce i suoi incantesimi contro gli israeliti”. Dopo aver esamitato vari casi di streghe ebree sono arrivata alla conclusione che il vincolo tra la donna e la stregoneria è stato uno strumento per l'oppressione delle donne delle classi povere”. Aggiunge che: “nell'antichità, il limite tra il miracolo e la stregoneria dipende non solo dalla religione della persona, ma anche dal sesso.” Infine, Bar-Ilan sostiene che gli uomino delle classi alte incolparono le donne come seguaci di Lilith e quindi di essere colpevoli di tutti i mali della società giudaica, anche di rendere debole il genere maschile. L'esclusione delle donne da qualsiasi posto di responsabilità politica de economica, le obbligò a scegliere cammini eterodossi come la stregoneria per raggiungere il riconoscimento sociale. “Se le donne ricorrevano alla stregoneria fu perché indirettamente l'oppressione maschie portò al risultato opposto: le donne, come streghe, ottennero il controllo sugli uomini che avevano bisogno di loro per raggiungere i loro obiettivi. “
Rebecca Lesses sostiene che i rituali realizzati dalle streghe erano essenzialmente un ricorso utilizzato per guadagnare potere nella società. Lesses afferma che i rabbini definirono la stregoneria femminile come un'azione illegale destinata all'esercizio del potere e a causare danni. La realizzazione di rituali magici e della stregoneria è un simbolo di conoscenza e di potere politico delle donne.
Lilith e le sue seguitrici nei primi secoli della nostra epoca si convertirono in un contropotere al movimento rabbinico che si consolida in seguito alla distruzione del Tempio di Gerusalemme nell'anno 70 d.C, però allo stesso modo esistevano seguitrici di Lilith come quelle che realizzarono talismani come è il caso di queste ciotole o di rituali che combattono Lilith facendo concorrenza ai rabbini.
Il ritrovamento delle ciotole di Lilith e di altri talismani e il suo successo tra la popolazione porto scontento e rabbia tra i rabbini che lo condannarono come un atto pagano e sincretico. Nonostante la stregoneria vincolata a Lilith riuscì a colmare un vuoto che la religione ufficiale non era mai riuscita ad eliminare.
I riti magici erano parte integrante della vita quotidiana rimpiazzando le cerimonie canoniche. Possiamo affermare che quando la magia rabbinica non portava a nessuno dei risultati sperati, la gente ricorreva alle streghe. Mettiamo in conto che la forma con cui i rabbini descrivono le donne, ovvero come vicine al demonio, non può escludere che spesso i loro servizi si preferivano a quelli dei rabbini.
Precedentemente all'apparizione delle ciotole magiche, esistevano tavolette che esorcizzavano Lilith, come la tavoletta di pietra scoperat a Arslan Tash, in Siria, nel 1933 datata nel secolo VII o VIII della nostra Epoca, che contiene l'inscrizione: “Oh, tu che voli nelle stanze oscure/ Allontanati in quest'istante, un questo istante, Lilith./ Ladra, che rompe le ossa”. La tavoletta probabilmente era appesa nella casa di qualche donna incinte e servì come amuleto contro Lilith.
Le ciotole della magia, sono state rinvenute nei territori degli antichi imperi romani e parti tra il I secolo e il VIII della nostra epoca, sparendo praticamente in seguito all'avvento dell'Islam. Le ciotole avevano una forma rotonda, erano economiche e facilmente utilizzabili: strumenti ideali per scrivere lunghi incantesimi a spirale che termianvano, spesso in un disegno: una rappresentazione che spesso raffigurava un'entità. Nel caso che stiamo studiando si tratta della rappresentazione di Lilith, però ci sono stati ritrovamenti, sia nel mondo giudaico che nello zoroastrismo, nelllo zoroastrismo, nel cristianesimo, nel culto di Mitra e in altri culti mistrici. Le ciotole magiche proporzionavo abbondante informazione sulle paure, le angosce e i desideri degli esseri umani, che attraverso la magia desideravano manipolare e trasformare gli eventi in modo favorevole al praticante.
Nelle ciotole magiche della tradizione giudaica-aramaica, la presenza di Lilith è praticamente onnipresente, però non offre una visione di Lilith molto diversa da quella osservata dai testi letterari e dalla mitologia della tradizione orale demoniaca. Nelle ciotole appaiono varie figure di Lilith, en appaiono alcune molto personalizzate e altre anonime, “Liliths” maschili e “Liliths” femminili, occasionalmente si riferivano a lei, indistintamente, incluso all'interno dello stesso sortilegio, come “liliths” o “lilis”.
Appaiono
anche i nomi di altri esseri come i tre arcangeli principali
(Michele, Gabriele e Raffaele), Nurael, l'angelo che si invoca per
l'annichilamente dei nemici nella cerimoni del “Pulsa Denura”,
“Halbat” e “Zanay” figli di Lilith, Elisur Bagdana,
considerato dalla cultura giudaico.aramaica come il re dei demoni o
Quitaros un'entitò demoniaca rappresentata con lancia. Nelle ciotole
appaiono anche altri demoni femminili co “Danahis” e “Romi”.
Il
nome di Lilith è quello che appare nelle ciotole magiche, in
occasione dell'obiettivo della ciotola nella sua espulsione, in
questo caso Lilith è il centro della formula. In altri casi, si
menziona come parte della catena di varie entità soprannaturali, e
in occasioni appare nello stesso testo due o tre volte, o ancora più
spesso.
Il
fatto che Lilith sia situata al centro delle ciotole magiche,
riflette la sua popolarità nella cultura giudaica durante i primi
secoli della nostra era fino all'avvento dell'Islam.
Esiste una estesa famiglia di “liliths” (maschili e femminili” che appaiono regolarmente nelle ciotole, come Lilith Zanay che si rappresenta come una cantante fornicatrice o Lilith Hablas identificata come la nipote di Lilith.
Nelle ciotole magiche che sono pervenute, questi sono alcuni dei nomi o attrivuti che si ripetono più spesso:
ליליתא בישתא – Lilith, il demonio
אתלוטק תרב אתלוטק – Lilith assassina, e Lilith figlia di assassini
ןיד הד הירגפב תיאד ... - Lilith che sei nel corpo di...
אתיפטחו אתינלש – Lilith “colei che sequestra”
אתיליל אתינז אתרמז - Lilith “la prostituta che canta”
ומידמין
לבני אינשא לגברי בדמות נשי ולנשי בדמות
גברי ועים בני אינשא שכבין בליליה
וביממא-
Colei
che appare davanti all'umanità, davanti agli uomini a somiglianza
delle donne e davanti alle donne a somiglianza degli uomini, e con
tutti giace nel letto giorno e notte
דליליתא דבת בית להון – Lilith, colei che abita questa casa come se fosse un altro membro della stessa famiglia.
Oltre alle menzioni scritte, la figura di Lilith appare dipinta alla base delle ciotole e questo contraddice palesemente il secondo comandamento estratto da Esodo 20:4: “non creerai immagini, en nessuna somiglianzaa di ciò che è sopra nel cielo, en sotto nella terra, en nelle acque sotto la terra”.
Le
illustrazioni alla base della ciotola formano parte dell'identit
magica del sortilegio, che normalmente si aggiusta ad uno schema
standard di rappresentazione demoniaca. Nella realizzazione della
ciotola l'immagine è disegnata prima di incorporare il testo. Nella
realizzazione della ciotola l'immagine si disegnava prima di
incorporare il testo. Le illustrazioni mostrano una figura
antropomorfa in vista frontale, sia nuda o vestita, in occasione con
caratteristiche antropomorfe, come corna, artigli, orecchie appuntite
e una coda.
A volte, le figure dell'illustrazione sono racchiuse
in un cerchio. Le illustrazioni non erano un mero dettaglio
decorativo, formavano parte del rituale magico.
Traduzione della ciotola nell'illustrazione:
Vediamo
che la ciotola mostra Lilith incatenata. Il repero è datato tra il
secolo V e VIII d.C: “Elisur Bagdana, il re dei demoni e gran
governatore di “Liliths”, te lo juro, Lilith Hablas, nipote di
Lilith Zarnay, che risiedi nella soglia della casa e uccidi ragazzie
ragazze, con lo scopo di che colpiscano il tuo pericardio – il
poderoso Siqaros – esca da lei figlio di Ahata la soglia di Yaya
figlia di Aya. Ecco, ti scrivo e qui, ti saluto, così come i demoni
scrivono atti di divorzio alle loro spose de esse non ritornano.
Scappa de esce non apparire, da oggi all'eternità E esci da lei,
dalla sua casa, dalla sua dimora per sempre. Amen, amen, Selah,
questo arco è per la maledizione dei fratelli e delle sorelle, e
della maledizione dei vicini, e della maledizione della levatrice, e
dello straniero e del parente, della maledizione in aramaico e in
ebreo, e del demonio maledetto, del demonio dei colpi, dei demoni del
voto, e degli spiriti degli idoli, e del demone mevakkalta e del
tormentatore, e dell'uomo e della donna, né durante il giorno né
durante la notte, da questo giorno e per sempre.
Amén, amén, Selah.
Yah Yah Yah, yyh Elohim.