Webern ossia il più radicale dei dodecafonisti.
Anton Webern, nacque a Vienna il 3 di dicembre
1883, tra tutti e tre i
compositori della Seconda Scuola di Vienna che
dal punto vista musicale
ebbero una formazione essenzialmente
autodidatta, fu l' unico che
studiò all' università, Musicologia, laureandosi
nel 1906, ove
discusse una tesi su Heinrich Isaak, grande
compositore fiammingo del
Rinascimento.
Nel 1903, iniziò a comporre alcuni lieder che
piacquero assai a
Schonberg il quale decise di prenderlo nella
piccola cerchia dei suoi
allievi privati. Sotto la di lui guida, compose
i Lieder Op.3 su testo
poetico di Stephan George e il primo movimento
di un Quintetto per archi
e pianoforte. Le lezioni di composizione
durarono sino al 1908 e fu
determinante per la sua evoluzione stilistica
l'amicizia fraterna con
Alban Berg, l'altro allievo di Schonberg.
Il 1908 fu l' anno della Passacaglia orchestrale
Op.1, ove sono
presenti una netta percezione del suono unita ad
un simmetrico
equilibrio tra pausa e ritmo. Nei successivi
Cinque pezzi per quartetto
d'archi, Op.5 (1909), elementi
timbrico-espressionisti si mescolano
abilmente con intuizioni
astrattistico-aforistiche e l' istesso avverrà
con i successivi Sei piccoli pezzi, per
orchestra, Op.6, nei quali la
cosiddetta "Klangfarbenmelodie" di
Schonberg, la melodia di timbri,
appare già completamente radicalizzata.
Il senso del breve e dell' aforisma, nella
musica di Webern si ebbe
soprattutto nei telegrafici Quattro pezzi, per
violino e pianoforte,
Op.7(1910) e le Sei bagattelle, per quartetto
d'archi, Op.9(1913), le
quali durano 3 minuti e mezzo in totale.
Ai limiti di questa esperienza, fondata su una
estrema concentrazione
espressiva, fanno riferimento i Tre piccoli
pezzi, per violoncello e
pianoforte, Op.11(1914), e alla piena
applicazione della Dodecafonia i
Lieder per voce e pianoforte, Opp.12,13,14 e 15,
composti tra il 1915 e
il 1922.
Nel 1911 Webern sposò Wilhelmine Mortel, dalla
quale ebbe quattro
figli, un maschio e tre femmine, prestò anche
servizio militare durante
la Prima Guerra Mondiale, ma fu quasi subito
riformato per insufficienza
di vista.
Nel frattempo, nonostante le sue composizioni
venissero derise ed
offese a causa della loro difficile
comprensione, Webern continuò a
comporre, con spirito indomito e tenacia
proverbiale, ritirandosi in
ascetica solitudine, dapprima a Modling e poi a
Maria-Enzersdorf(Vienna). Inoltre, a causa della
morte del padre,
avvenuta nel 1919, il compositore si trovò ad
affrontare una serie di
particolari difficoltà economiche che solo in
parte poterono essere
risanate, tramite alcuni concerti diretti da
Webern e dà lezioni di
musica private.
Nel 1924, Webern compose i Cinque Canoni per soprano,
clarinetto e
clarinetto basso, Op.16, nei quali l' autore
rimarca ancora una volta,
la sua assoluta adesione al metodo dodecafonico,
adesione che verrà
ulteriormente affermata nei successivi Tre
canti popolari sacri, per
voce, clarinetto, clarinetto basso e violino,
Op.17 e nei coevi Tre
lieder, per canto, clarinetto piccolo e
chitarra, Op.18.
Appare in questo periodo della sua vita
artistica, l'evidenza assoluta
di applicare alla musica da lui composta, il
metodo compositivo
dodecafonico e volendo fare un paragone con il
suo coetaneo Berg, il
quale nel metodo dodecafonico, volle comunque
mantenere dei contatti con
il sistema tonale, Webern, spinse agli estremi
radicalismi tutto ciò
che in ambito musicale era stato raggiunto sino
ad allora.
Con il Trio per archi, Op.20 e la Sinfonia,
Op.21 del 1928, il
compositore affermò pienamente il suo stile
dell'epoca, definito
"Puntillismo", ossia chiazze o punti sonori
di riferimento.
Gli ultimi 15 anni della sua vita, 1930-1945, morirà
il 15 di
settembre del 1945 a 62 anni, ucciso per sbaglio
da un soldato americano
durante l'occupazione di Vienna da parte
dell'esercito americano, furono
caratterizzati da un' intensa e febbrile attività
compositiva, come il
maestoso Quartetto, per clarinetto, saxofono
tenore, violino e
pianoforte, Op.22(1930), il Concerto, per nove
strumenti, Op.24(1934),
le importanti Variazioni, per pianoforte,
Op.27(1936) oltre la Cantata
Das Augenlicht, Op.26, su testo poetico di
Hildegard Jone, scrittrice e
pittrice, oltreché' grande ammiratrice di
Webern.
La Jone, gli fornì anche i testi poetici per la
I Cantata, per
soprano, coro e orchestra, Op.29 (1939) e per la
II Cantata, per
soprano, basso, coro e orchestra, Op.31, ultima
opera da lui composta
nel 1943.
A tutto ciò vanno aggiunte le Variazioni
orchestrali, Op.30(1940),
autentica idea assoluta di forme, proporzioni e
geometrie pittoriche con
dotti ed elaborati rimandi al contrappunto fiammingo.
Il riferimento ad una forma del remoto passato,
per un autore
smaliziato ed intraprendente come Webern, è da
considerarsi emblematico
e di assoluta importanza, in quanto il
compositore diede l' avvio ad un
nuovo corso della Storia della Musica, un corso
o sentiero che dir si
voglia che porterà i compositori più famosi
della seconda metà del XX
secolo, ad utilizzare nuovi procedimenti
compositivi per tutto quel che
concerne l'ispirazione musicale.
Umberto Mori