Alban Berg e l'Eterno Femminino tradotto in Musica.
Autore: Umberto Mori
Alban Berg, nacque a Vienna il 9 di
febbraio 1885. Il padre era un
commerciante nativo di Norimberga ma
trasferitosi piuttosto giovane
nella capitale austriaca.
Il giovane Alban, all’età di 19 anni, dopo gli
studi liceali, si
impiegò presso il Comune e pur avendo studiato
un po' il pianoforte in
età assai giovane, iniziò solo in quell'anno gli
studi "accademici" in
ambito però privato, con Arnold
Schonberg(1874-1951), che gli fu
mentore e amico sino alla morte.
Il lavoro impiegatizio durò sino al 1906 mentre
gli studi con
Schoenberg si protrassero sino al 1910, in
seguito Berg si dedicò alla
composizione e all'insegnamento.
Rispetto a Schoenberg e a Webern(la cosiddetta
Seconda Scuola di
Vienna), fu l'autore più accettato e capito
dalle masse popolari
dell'epoca che frequentavano le sale da concerto
viennesi.
Intorno al 1930 gli fu offerta per "Chiara
Fama" la cattedra di
Composizione presso la prestigiosa Accademia
Musicale di Berlino, ma il
compositore, rifiutò. Con la salita al potere di
Adolf
Hitler(1889-1945), la musica Berg insieme a
quelle di Schoenberg e
Webern, venne proibita in quanto ritenuta dal
regime nazista "Arte
degenerata", perché' troppo astrusa e di
difficile comprensione.
Vennero meno, quindi, tutti i suoi diritti
d'autore e le sue condizioni
economiche di conseguenza, subirono un forte
collasso.
Morì il 24 di dicembre del 1885 a Vienna a causa
di un' infezione
dovuta ad un ascesso mal curato. Quest' anno
ricorrono gli 85 anni dalla
sua morte.
Berg, fece il suo ingresso nel mondo della
composizione musicale con il
lied per canto e pianoforte ove già cercando di
emulare Schoenberg,
aderì alla cosiddetta "emancipazione della
dissonanza".
Dopo la giovanile Sonata per pianoforte,
Op.1(1908), con i Quattro
lieder per voce e pianoforte Op.2 (1910)
l'autore dimostrò
un'inquietudine armonico-espressiva non
indifferente accentuata molto
nel successivo Quartetto per strumenti ad arco
Op.3 (1910).
Seguirono: i Cinque lieder per voce e orchestra,
Op.4 (1912, anno del
Pierrot Lunaire di Schoenberg) e gli aforistici
Quattro pezzi per
clarinetto e pianoforte, Op.5 (1913), sorta di
sonata per i due
strumenti, ma in forma assai ridotta dove l'
autore prescrive un minuto
di silenzio ai due esecutori, nel passaggio da
un movimento all' altro.
La frattura degli studi intrapresi con
Schoenberg, apparve in modo
palese nei Tre pezzi per orchestra, Op.6 (1915),
un tremendo e tellurico
banco di prova tra il compositore e l'
orchestra, riuscitissimo dal
punto di vista espressivo e ispirativo.
Tra il 1915 e il 1918, Berg prestò servizio
militare, pausa artistica
molto importante per il compositore, durante il
quale maturò l'idea di
un grande lavoro teatrale, il Woyzeck, tratto
dall' omonimo dramma
teatrale di Georg Buchner (1813-1837). Il lavoro
venne completato da
Berg nel 1921 e fu rappresentato soltanto nel
1925, quattro anni dopo.
Di seguito a Woyzeck, il compositore decise di
utilizzare la tecnica
dodecafonica in modo totale, anche se nelle sue
composizioni,
l'applicazione di tale metodo non diverrà mai
sistematica come lo sarà
invece per Schoenberg e Webern.
Nel 1925, compose il Concerto da camera per
violino, pianoforte e 13
fiati, mentre nel 1926 compose la complessa e
magmatica Suite lirica per
quartetto d'archi. In questa opera, il delirio
espressivo dell'autore,
raggiunge un'esasperazione di livello molto
elevato.
Desta scalpore ancora oggi per le sue
prospettive timbrico-dinamiche
elargite all'uditorio dai quattro strumenti ad
arco.
Nel 1929, Berg compose una sorta di cantata per
soprano e orchestra, Le
vin, su testo poetico di C.P.
Beaudelaire(1821-1867), mentre all'anno
della sua morte risalgono probabilmente le sue
due opere migliori ossia
il Concerto per violino e orchestra, dedicato
alla "memoria di un
angelo" ossia alla morte prematura di una
delle due figlie di Gustav
Mahler e l' opera lirica Lulu, rimasta
incompiuta nella sezione finale
del III atto.
Nel Concerto, Berg tentò una sorta di irreale
pacificazione con i
fantasmi ispirativi del suo complesso mondo
interiore.
Nell'opera Lulu invece, l'autore cercò di
rispettare i canoni
tradizionali della tecnica dodecafonica ma risultò
in seguito piuttosto
evidente la sua innata inclinazione a non negare
mai del tutto i legami
con la tonalità.
E' proprio sulla base di questa di questa
seminascosta dicotomia che
risiedette il fascino più assoluto e struggente
della musica di Berg.
Woyzeck e Lulu, rappresentano due delle più
importanti opere liriche
della prima metà del XX secolo. Woyzeck, la cui prima
mondiale si ebbe
a Berlino nel 1925, sotto la direzione di Erich Kleiber
(1890-1956),
celeberrimo direttore d' orchestra tedesco e padre dell'
altrettanto
celeberrimo Carlos Kleiber (1930-2004), venne considerata sin
da subito
opera lirica espressionista par exellence e ciò fu percepito
sin da
subito, sia dalla critica e sia dal pubblico.
Il linguaggio musicale, in essa, è piuttosto libero ossia in
continua
oscillazione tra tonalità e non tonalità, frammisto ad un'
ispirazione
espressiva prettamente visionaria e surreale non aliena da
atmosfere
macabro-morbose di grande impatto emotivo.
Il libretto dell'opera fu scritto da Berg stesso traendolo
dall'
omonima opera letteraria di Georg Buchner.
E veniamo a Lulu.
Opera in un prologo e tre atti, libretto di Alban Berg,
tratto dal
Dittico Lulu, altrimenti noto come Lo spirito della Terra
(1895) e Il
vaso di Pandora (1904) di Frank Wedekind (1864-1918).
L' opera rimase incompiuta nella sezione finale del III atto,
a causa
della prematura morte dell' autore, e venne rappresentata con
i soli due
atti e prologo nel 1937 mentre per vederla rappresentata per
intero con
anche il III atto, completato dal compositore austriaco
Friedrich Cerha
(1926, si legge zera), si dovrà attendere il 1979, ben 44
anni dopo la
morte di Berg.
In Lulu, l' autore riprende l' atmosfera che già era presente
in
Woyzeck ma la rende ancora più macabra, folle ed esasperata.
La tematica dell' opera ha un dichiarato sfondo
demoniaco-sessuale
incarnato dalla protagonista, Eterno Femminino di grande
fascino
seduttivo ed ammaliante ma assolutamente deleterio nei
confronti di
tutti gli uomini e anche delle donne, che incrociano il suo
peregrinare
osceno e maledetto.
In sostanza, un' assoluta discesa negli Inferi visti
come contesto di
perdizione, piacere e anche riscatto.
Alla figura di Lulu, si ispirerà più tardi in Italia, negli
anni 60,
Guido Crepax (1933-2003) artista e fumettista, creando il
fascinosissimo
personaggio di Valentina.
Trama dell' opera.
Prologo.
Siamo in una sorta di circo ove un sedicente domatore da dietro una
tenda, si affaccia per interloquire con il pubblico, narrando una breve
storia e facendosi portare da un clown un serpente, subitanea allegoria
di Lulu.
Atto I
Lo studio del Pittore. Lulu, in abito di Pierrot, sta posando per un
quadro, insieme a lei, il Dottor Schon, capo di un giornale importante e
il di lui figlio Alwa. I due dopo un po' se ne vanno, mentre Lulu cede
alle profferte kamorose del Pittore ma giunge improvvisamente il
professor Goll attuale marito di Lulu che assistendo alla non gradita
scena, muore sul colpo. Il Pittore, nel frattempo esce per andare a
chiamate un dottore e la sua modella si riveste.
Passa un po' di tempo.
Sulla scena, il Pittore e Lulu si sono sposati, lui è felice, lei un
po' meno soprattutto dopo aver letto una lettera in cui il dottor Schon
le annuncia che si è fidanzato, giunge nel frattempo Schigolch, suo
amico, ruffiano e sempre in cerca di denaro. Esce questi ed entra Schon
il quale la mette al corrente dei suoi progetti futuri ossia sposare una
donna seria e motivata e chiudere con lei, Lulu, che anni prima aveva
raccolto dalla strada, fanciulla fragile e dimessa. Lulu gli ribatte che
la loro passata relazione è indissolubile.
Giunge il Pittore e Schon gli rivela lo scottante passato della donna,
il Pittore quindi in un atto di follia, si suicida tagliandosi la gola.
Giunge Alwa ad annunciare in tono enfatico che a Parigi è scoppiata la
rivoluzione.
Siamo in teatro, Lulu è nel suo camerino, danzerà in uno spettacolo
finanziato da Schon con musiche di Alwa che è un compositore. Alwa
desidera sapere da lei se il Principe, al quale è stata presentata da
Schon, intende farne sua moglie. La conferma gli arriva direttamente
dall' interessato, il quale giunge nel camerino, dopo che Lulu ne è
uscita per andare in scena.
Mentre i due interloquiscono animatamente, torna lei accusando un
malessere, in realtà un pretesto per non vedere tra il pubblico Schon e
la sua futura moglie.
Arriva quasi subito Schon ordinandole di tornare in scena ma lei
controbatte affermando che lo farà solo se lui metterà per iscritto
che rinuncia alla sua fidanzata.
E così avviene.
Atto II
Siamo nell' appartamento di Schon, il quale ha sposato Lulu. Lui vive
nell' ossessione che lei abbia un amante ma lei ribatte che vorrebbe un
marito più vicino e più sensibile ai problemi della casa che non a
quelli del proprio lavoro. Ma lui, non la ascolta neanche.
In sua assenza un gruppo eterogeneo di persone frequenta la sua casa,
Schigolch in cerca perenne di denaro, l' Atleta, uno studente liceale e
una tale, Contessa Geschwitz fervente ammiratrice di Lulu, di lei
segretamente innamorata e quindi lesbica.
Arriva Alwa e tutti sono quindi costretti a nascondersi, anche lui
innamorato.
Si! Della moglie del padre!
A questo punto, in modo del tutto inaspettato entra in scena Schon, mai
effettivamente andato via dalla casa il quale ordina al figlio di
andarsene e consegna alla moglie una pistola intimandole di suicidarsi.
Nel frattempo ordina a tutte le persone nascoste, di uscire dal loro
nascondiglio insistendo platealmente affinché' Lulu si suicidi. Lei si
rifiuta e spara al marito, uccidendolo. In preda al panico, vorrebbe
fuggire ma Alwa riesce a trattenerla sino all' arrivo della polizia.
Lulu, viene quindi arrestata.
Interludio sinfonico.
Lulu trascorre due anni in prigione.
Siamo di nuovo nella dimora di Schon.
Alwa, l' Atleta e la Contessa Geschwitz, stanno progettando un piano
per far fuggire Lulu dal lazzaretto nel quale è ricoverata da tempo per
aver contratto il colera.
La Contessa, sempre innamorata di Lulu, si sostituirà a lei
accompagnata dal viscido Schigolch. Entra in scena anche il liceale
offrendo il proprio aiuto per liberarla ma viene puntualmente dissuaso
dall' Atleta, il quale, sogna anche lui di poter, un giorno, sposare
Lulu.
Nel mentre, giunge Lulu, è in compagnia di Schigolch, è spossata,
emaciata, affranta. Il fascino immortale di un tempo è svilito.
L' Atleta, rattristato da ciò se ne va.
Lulu, tesse lodi sperticate sulla Contessa, su come sia stata abile a
farla fuggire. Schigolch esce e rianimatasi improvvisamente, si unisce
in un furioso e bestiale amplesso con Alwa.
Atto III
Siamo a Parigi.
Una nuova e lussuosa dimora ove vivono:l' Atleta (tornato), la Contessa
Geschwitz guarita dal colera, il Marchese, una Giornalista, una ragazza
di 15 anni e sua madre, tutti presi a parlare delle loro azioni in
borsa. Purtuttavia, il centro delle attenzioni rimane sempre Lulu. Il
Marchese, risulta essere una spia della polizia intenzionato a venderla
ad un bordello egiziano, la Contessa le dimostra continuamente il suo
amore, un banchiere, giunto per comunicarle che le sue azioni e quelle
di Alwa sono crollate, inizia a corteggiarla. Inoltre, l' Atleta,
segretamente la ricatta e sopraggiunto Schigolch, si offre di liquidare
il ricattatore in cambio di un prestito e di altro. Lulu, d' accordo, fa
condurre l' Atleta dalla Contessa, nella casa indicatagli da Schigolch.
Arriva la polizia e Alwa e Lulu, riescono a fuggire.
Ora, siamo a Londra.
Una miserrima e squallida mansarda.
Qui vivono Alwa, Schigolch e Lulu.
Lulu, si prostituisce, dopo aver ricevuto un cliente, arriva la
Contessa, reca con se un ritratto di quando Lulu era bellissima e piena
di fascino ma non vuole vederlo.
Sopraggiunge un nuovo cliente, il quale ha un alterco con Alwa in
riguardo al prezzo della prestazione sessuale di Lulu. Il cliente,
furente, uccide Alwa.
Subentra un ulteriore cliente, questi è Jack lo squartatore che dopo
aver un po' interloquito con Lulu, la uccide selvaggiamente, facendole
emettere un grido lacerante, destinato a diventare il più
caratteristico effetto non musicale di tutta la storia dell' opera
lirica.
Cosi, muore Lulu e con lei tutta la Bellezza che ha rappresentato.
Umberto Mori